Il rimborso dell’imposta sul valore aggiunto è disciplinato dagli articoli 30 e 38-bis del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633 e dalla Direttiva della Comunità Europea n. 112 del 28 novembre 2006. Negli ultimi anni questa possibilità ha attirato l’interesse di un numero sempre maggiore di contribuenti e professionisti grazie alla progressiva estensione del meccanismo del reverse charge, che ha ampliato ulteriormente la platea di soggetti che possono presentare istanza di rimborso, oltre alle ipotesi individuate dall’art. 30, comma 2, del D.P.R. n. 633/1972 rispetto alle differenze di aliquota tra operazioni attive e passive, investimenti in beni strumentali, cessazione dell’attività e altro. La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, con la circolare n.9/2019, ha analizzato la normativa vigente soffermandosi sui requisiti oggettivi e soggettivi necessari per fare richiesta di rimborso, sulle soglie e sulle modalità per richiederlo, sul rimborso infrannuale e sulle garanzie richieste al contribuente. Infine, vengono esaminate alcune fattispecie particolari riguardanti la sospensione dei rimborsi e il caso delle società non operative.